domenica 20 marzo 2016

L'insostenibile leggerezza dell'essere malato terminale

Oggi sto poco bene, ma guardo al futuro con ottimismo:

Quando sei malato terminale puoi comunque trovare molte cose che ti facciano morir dal ridere, ma alla fine è più probabile che sia la malattia a portarti via.

Quando sei malato terminale e hai il raffreddore, cerchi comunque di fumare di meno per non peggiorare la situazione.

Quando sei malato terminale puoi dire senza remore alle persone che non ti frega nulla dei loro discorsi stupidi ed immaturi. Anche se rischi un po' di diventare quello antipatico del reparto cure palliative.

Quando sei malato terminale e gli amici ti portano fuori a ballare, se incontri una che ti piace e lei non ci sta... beh è proprio un'insensibile.

Quando sei malato terminale e gli amici ti portano fuori a ballare, se incontri una che ti piace e lei ci sta... il dubbio che lo faccia solo per non risultare insensibile ti rimane.

Quando sei malato terminale pensi che puoi finalmente fare cose patetiche come mandarle le poesie tipo vivamus atque amemus mea lesbia etc. etc. Poi però sotto sotto ti senti comunque un po' ridicolo e non lo fai lo stesso.

Quando sei un ragazzino malato terminale, puoi sempre stare sveglio fino a tardi. Tanto non ti lasciano comunque dormire in pace perché sono sempre lì con uno specchietto a controllare se respiri.

Quando probabilmente non sei malato terminale e scrivi queste cose, hai il terrore di offendere la sensibilità di qualcuno coinvolto pubblicandole, e pensi che se fossi malato terminale confermato sarebbe tutto molto più semplice.

Quando sarò malato terminale nessuno mi prenderà sul serio, perché scrivo queste cose quando probabilmente non ho nemmeno la febbre (anche se mi sembra proprio di si).

P.S. Questo brano è stato scritto per esorcizzare il senso di colpa dato dal fatto che questa cosa mi abbia fatto sorridere.

mercoledì 6 gennaio 2016

Tre dialoghi d'autore in cerca di personaggi

Tenere un blog non è un gioco, e questo è un peccato, probabilmente scriverei di più. Questo post si propone di cambiare le cose, almeno per la durata della sua lettura. Quello che vi propino oggi è un semplicissimo gioco domanda-risposta con quesiti a risposta multipla. Il dettaglio che mi distingue da un Carlo Conti qualsiasi, oltre all'anagrafica ed al fatto che l'accento toscano mi riesce così così, sta nel fatto che al posto delle domande ci sono dei dialoghi tra due personaggi: "Vladimiro" ed "Estragone"; la domanda implicita è: "qual è la vera identità di Vladimiro ed Estragone?". Buona fortuna! 

(Evidenziando la riga nera sotto ad ogni dialogo avrete la soluzione: perché tutti sanno che l'importante è partecipare, ma, chissà come mai, a fine gara chi vince è sempre un po' più contento) 

DIALOGO 1

V: Estragone cosa ne facciamo di questi qui?
E: Ma non vedi che occupano solo spazio? Ci serve più spazio!
V: Ma sei sicuro che non servano più?
E: Si si, l'hai già letto quel libretto no? Bruciamoli tutti!
V: Come vuoi! Non serve scaldarsi.

RISPOSTE 1 

a) V è Josef Goebbels, E è Adolf Hitler, siamo nel 1941 e si parla della Soluzione Finale della Questione Ebraica, il libretto è naturalmente il Mein Kampf.

b) V sono io, E è mio nonno. Siamo a casa al mare nel 1999 e stiamo facendo i preparativi per un barbecue. Lo spazio è quello che è e la carta dei giornali vecchi va benissimo per far partire la fiamma. Il libretto è naturalmente il Giornalino di Gianburrasca. Che belli i barbecue da mio nonno!

SOLUZIONE 1

La risposta esatta è la a), io mio nonno non l'ho mai conosciuto. E poi sarei io l'insensibile.


DIALOGO 2

E: Non mi è piaciuto per niente che lo piazzassi da quelle parti.
V: Dai era una cosa innocente, una puntatina veloce.
E: C'erano degli accordi bilaterali, dovevi rispettarli.
V: Ma non ti sembra di aver avuto una reazione esagerata? Non sapevo    ti desse così fastidio.
E: Esagerata un paio di palle, ti piacerebbe se lo facessero a te?
V: Stando così le cose, credo di voler interrompere ogni rapporto      tra le parti!

RISPOSTE 2

a) V ed E sono due avvocati alle prese con un'esperienza infelice con il sesso anale. Infelice per V che voleva concludere, infelice per E che per l'ennesima volta pensava di essere riuscita nell'impresa, francamente impossibile, di trovare l'uomo della sua vita e allo stesso tempo mantenere il proprio ano vergine.

b) E è il premier turco Ahmet Davutoglu, mentre V è Vladimir Putin, all'indomani dell'abbattimento del caccia russo T50 al confine turco-siriano. Brutta storia che ci potrebbe insegnare ben più dello scenario a) che il lubrificante anale bisogna avercelo sempre, nel kit del pronto soccorso post-atomico.

SOLUZIONE 2

Questa era facile. È chiaramente la b) per esclusione: tutti sanno che non esistono avvocati a cui non piaccia il sesso anale.


DIALOGO 3

E: Come va col tuo, Vladimiro?
V: Mah, non mi posso lamentare, inizia ad essere avanti con gli anni    ma mi fa ancora un servizietto, che da solo basta a farmi vedere    le stelle. Il tuo?
E: Ma guarda per quel dettaglio lì sai che ti invidierò sempre. Il      mio è instancabile e vince alla distanza, però chissà per quanto    ancora.
V: Eh goditi la gioventù finché c'è... Certo che un mix dei due        sarebbe qualcosa di veramente stuzzicante.
E: Possiamo solo sognare.

RISPOSTE 3

a) E è l'allenatore del tennista n.1 del ranking Novak Djokovic, famoso per la sua difesa instancabile. V è l'allenatore di Roger Federer, indiscusso miglior giocatore della storia, ma in netta parabola discendente. Con il solo servizio + volée però dà ancora molte soddisfazioni al grande pubblico.

b) E è la fidanzata del tennista n.1 del ranking Novak Djokovic, famoso per la sua difesa instancabile. V è la moglie di Roger Federer, indiscusso miglior giocatore della storia, ma in netta parabola discendente. Con il solo servizio + volée però dà ancora molte soddisfazioni al grande pubblico.

SOLUZIONE 3

La risposta esatta è la a) ma parlando di quello di cui che parlano alla b): gli allenatori di tennis sono tutti così. Per quello non ho continuato dopo che sono cresciuto, a fingere di essere un allenatore di tennis intendo. Mica sono un pedofilo!


Infine vorrei solo aggiungere che Estragone e Vladimiro, come molti sanno, sono i personaggi principali di "Aspettando Godot" di Samuel Beckett. Costoro, essendo in eterno a grattarsi mentre aspettano questo Godot, per il teorema della scimmia instancabile, hanno prodotto o produrranno tutte le possibili conversazioni a due personaggi, comprese le quivi estratte. La giuria avrebbe accettato Vladimiro ed Estragone come risposta esatta per ognuno dei tre dialoghi, se notate c'erano pure le loro iniziali scritte all'inizio di ogni riga. S
e questo non era un aiutone!




mercoledì 17 giugno 2015

Stop being so selfish, Gene.

PREMESSA

Io non voglio vivere per sempre: deve essere noiosissimo. 

Ciclicamente le persone attorno a me si lamenterebbero in modo miope delle stesse cose di cui si lamentano nell'arco di una breve vita umana: l'immigrazione, le tasse, quelli che si lamentano dell'immigrazione e delle tasse, e così via. Io (ma volendo essere gentili anche tu) da Matusalemme immortale avrei già trovato la soluzione a tali banali problemi, ma mancando gli altri intorno a me del cosiddetto occhio dell'eternità (anche se sarebbe più giusto parlare di orecchio dell'eternità in questo particolare caso), non mi seguirebbero. Sono sempre stato un leader poco carismatico e abbastanza allergico alle folle. Patirei in pratica la famosa maledizione di Cassandra, la profetessa che fu condannata dagli dei a predire sempre il vero ma al contempo a non essere mai creduta da nessuno.


SVILUPPO DELLA TESI

Questo tema non sviluppa alcuna tesi. Salta direttamente a delle conclusioni, si tratta delle famose "conclusioni affrettate".


CONCLUSIONI

Perché? Mi chiedo, perché io, data la premessa, dovrei stare male emotivamente o comunque avere dei disagi per il seguente, non completo ma abbastanza rappresentativo, elenco di cose? Innamoramenti, piuttosto che insuccessi lavorativi, piuttosto che convenzioni sociali, piuttosto che lutti in famiglia, paura della morte, paura delle malattie, angoscia per un futuro incerto, senso di inadeguatezza estetico, erezioni inopportune, per non parlare di quelli che usano "piuttosto che" in modo sbagliato! Ma, più di tutto, per questo permeante senso di inadeguatezza su scala esistenziale (anche se, veramente, ho già detto <<quelli che usano "piuttosto che" in modo sbagliato>>?). 
Tutto questo accade per colpa di uno che di battesimo (diocesi ignota) si chiama Gene. Gene non è una persona, Gene è un'unità molecolare auto-replicantesi, che non sa di appartenermi e non ha il più vago accenno di autocoscienza, e quindi il mio dolore proprio non lo può condividere né capire. 

E questo Gene vuole vivere per sempre, lui che letteralmente non sa che farsene, dell'eternità.

domenica 18 gennaio 2015

GILLO CONTRO GILLO

Gillo era una persona molto distratta. Come tutto il resto delle persone. Perché, sia chiaro, tutti siamo continuamente distratti da qualcosa: un paio di seni giunonici, l'uscita del nuovissimo album di David Gilmour dei Pink Floyd, le ultime voci di calciomercato, le elezioni politiche et cetera, in pressoché rigoroso ordine di influsso sulla nostra vita. Dico pressoché perché mi piace come parola, ma anche un po' perché, se l'ordine fosse veramente rigoroso, "et cetera" andrebbe prima delle elezioni politiche, ma una delle mie personalità multiple è un latinista e mi ha detto che non è cosa. Dicevo, siamo tutti distratti da qualcosa, la chiamano big data revolution, e proprio quando ci sembra di avere superato la dose giornaliera di distrazioni è generalmente giusto giusto l'ora della pausa pranzo.

Ma io sto divagando. 

Ebbene, la natura della distrazione di Gillo era però peculiarissima e merita due parole in più. Si metteva ognidì egli di buon'ora, seduto alla scrivania del proprio ufficio, a scartabellare fascicoli e a girare la rotella del mouse su voluminosi documenti pdf. Non passavano che pochi secondi, quando subito doveva interrompere i suoi intenti di funzionalità socio-economica per concentrarsi su una cosa sbalorditiva: inclinando il capo e ruotando il collo leggermente verso sinistra poteva infatti scorgere una mano, che concisamente possiamo descrivere come speculare non sovrapponibile a quella con cui girava la rotella del mouse, una mano attaccata ad un braccio pallido e flaccido, parzialmente coperto da una camicia a righe. Dalla prospettiva di Gillo a dirla tutta non si poteva essere sicuri fosse una camicia, non potendone vedere il colletto. Pur tuttavia Gillo si ricordava di averne messa una uguale quella mattina. Ebbene questa mano era indubitabilmente quella che ogni ortopedico che si rispetti chiamerebbe "la mano sinistra di Gillo".
Ciò lo fece trasalire! Da quanto tempo era lì appoggiata quella mano mentre lui, povero, cercava di lavorare? E l'impudente non era sola: fra i fastidiosi "voyeur" possiamo citare anche entrambi i mignoli dei suoi piedi, due capezzoli, l'ombelico e numero due testicoli, i quali portavano il totale dei coglioni presenti nell'ufficio a quota tre. Insomma, per quanto fosse kafkiano ammetterlo, Gillo era distratto dalla propria presenza. Non riusciva a capacitarsi del fatto che mentre lui era lì che lavorava indefesso, lui era anche in parte lì a non fare niente. Qualcuno avrebbe potuto obbiettargli che lui non era quello che l'ortopedico di cui sopra chiamerebbe "il corpo di Gillo", ma aveva appena pagato 60 euro per un mese di palestra, ciocché lo rendeva poco incline a prestare ascolto a questa eventuale campana platonista. Un giorno, definitivamente esausto per il troppo poco lavoro, Gillo, che aveva studiato ottimizzazione(I e II), ebbe un'idea geniale: decise di usare la mano sinistra per masturbarsi. Purtroppo qualcosa andò diritto storto: il modello che aveva elaborato si rivelò essere fortemente approssimativo e la pratica onanistica impedì definitivamente alla sua mano destra di girare qualsivoglia rotellina con profitto. Disperato, eseguì un perfetto doppio carpiato raggruppato con avvitamento dalla finestra.

Quattro settimane dopo, l'infermiera del turno di notte gli chiese se avesse bisogno o meno di un cambio di catetere. Lui rispose con due battiti di ciglia in rapida successione, che come pattuito codificavano la risposta "No". L'infermiera gli diede la buonanotte, spense la luce e lo lasciò solo. Una lacrima di gioia scivolò dalla guancia di Gillo bagnando il suo corpo paralizzato.

martedì 14 ottobre 2014

EX FALSUS SEQUITUR QUODLIBET


Pongo: C'hai mai pensato che, quando Nanni Moretti dice: "Chi parla male pensa male", inverte l'implicazione?

Peggy: Quindi pensa male!

Pongo: Si, ma non perché parla male!

Peggy: Ma infatti a me sembra che parli molto bene.

Pongo: Quindi il post è finito.

Peggy: No.
 





TENTATO PARADOSSO


Sono indeciso se mi meraviglia di più il fatto che le mie migliori intuizioni sulla natura della natura si palesino quando interagisco con le altre persone o il fatto che le mie migliori intuizioni sulla natura delle persone si palesino quando mi isolo in totale solitudine.